Come avviene
Come si dona il sangue?
Prima della donazione è consentita l’assunzione di the, caffè, latte, succhi di frutta; a meno che non sia previsto, in occasione della donazione, anche il prelievo di campioni di sangue per le analisi di controllo dello stato di salute del donatore: in questo caso occorre il digiuno.
Il donatore viene invitato a leggere attentamente ed a compilare un modulo informativo di consenso che verrà da lui firmato al momento del colloquio con il medico.
Un medico (o un infermiere professionale sotto la responsabilità del medico) effettua il prelievo dal donatore che nel frattempo è stato fatto distendere su un’apposita poltrona-lettino.
Viene apposto un laccio emostatico su un braccio e viene inserito l’ago in una vena, previa accurata disinfezione della cute; il sangue defluisce spontaneamente sino a riempire una sacca di raccolta in cui sono già contenuti un liquido anticoagulante e altre sostanze utili alla conservazione ottimale del sangue.
Prima che l’ago venga estratto, vengono riempite alcune provette per l’esecuzione degli esami previsti dalla
legge.
Al termine della donazione, il donatore viene invitato a rimanere disteso per qualche minuto; quindi viene invitato a consumare una leggera colazione.
Come viene controllata la SALUTE del donatore?
Per poter donare il sangue il donatore deve essere ovviamente in buona salute.
Il medico stabilisce questo requisito indispensabile con:
- attenta indagine della storia clinica del donatore e dei suoi familiari (anamnesi);
- visita medica;
- risultati degli esami di laboratorio essenziali.
Tutti questi dati vengono registrati nella cartella clinica del donatore che rimane rigorosamente segreta.
Questi controlli sono necessari per garantire la tutela del donatore e la sicurezza del paziente trasfuso.
La visita medica viene eseguita prima che il donatore venga accettato come tale e ripetuta ad ogni donazione.
Questa procedura, che può sembrare laboriosa, serve a realizzare un programma di medicina preventiva e di diagnosi precoce, a beneficio soprattutto dei donatori.
Le patologie dei donatori prese in considerazione sono principalmente:
- IPERTENSIONE ARTERIOSA;
- MALATTIE CARDIOVASCOLARI;
- DISLIPIDEMIE (alterazioni dei trigliceridi e del colesterolo). Queste alterazioni hanno grandissima importanza nella genesi delle MALATTIE CARDIOVASCOLARI che in Italia provocano circa il 50% dei decessi;
- DIABETE MELLITO;
- EPATOPATIE soprattutto EPATITI VIRALI (epatite B, epatite C), il donatore che mostra una funzionalità epatica alterata viene indirizzato ad un centro specializzato in malattie epatiche;
- MALATTIE EMATOLOGICHE. Gli esami periodici permettono di individuare i portatori sani di EMOGLOBINOPATIE (alterazioni dell’emoglobina da difetto genetico trasmissibile alla prole) in questi casi i medici del S.I.T. prestano la loro opera per scoprire se nella famiglia del donatore ci sono altri parenti con la stessa alterazione. Si ha inoltre la possibilità di fare diagnosi precoce di emopatie acquisite come LEUCEMIE e ANEMIE;
- NEOPLASIE Durante la visita medica.
Donare è utile
Sì, donare è infatti utile a chi dona. Si pensi infatti che per poter fare il donatore di sangue “periodico” è assolutamente necessario essere in buona salute e che solo in queste condizioni è possibile effettuare il prelievo da parte dei Centri Trasfusionali.
Inoltre, ogni volta che si effettua una donazione, il sangue raccolto viene sottoposto ad una lunga serie di esami che possono ulteriormente mettere in luce le vere condizioni di salute di quel donatore.
Le persone che hanno condotto un regime di vita “a rischio”, hanno il dovere morale e civile di astenersi dalla donazione. Per questo motivo, dopo la compilazione del modulo di consenso, il donatore ha un colloquio riservato con un medico il quale, dopo aver raccolto le notizie relative allo stato psicofisico e comportamentale del donatore, valuta l’idoneità alla donazione.
Quali sono le procedure di donazione ed i rischi ad essa correlati?
Tutte le procedure di prelievo di sangue o di emocomponenti vengono effettuate sotto sorveglianza e responsabilità di personale sanitario formato e competente.
Per “sangue intero” si intende il sangue prelevato, a scopo trasfusionale, da un donatore, utilizzando materiale sterile, monouso e corredato di apposite sacche di raccolta contenenti una soluzione anticoagulante.
La durata della procedura è in media di 5-10 minuti e comporta il prelievo di 450 ml di sangue. Il sangue raccolto non viene utilizzato in toto, ma, mediante una particolare procedura chiamata frazionamento, viene separato nei suoi costituenti. Da una singola unità di sangue intero è possibile ottenere tre unità di emocomponenti:
- i globuli rossi concentrati;
- le piastrine;
- il plasma.
Sono questi emocomponenti che vengono utilizzati a scopo trasfusionale.
Con la donazione mediante aferesi il donatore dona una sola o più componenti del suo sangue: plasma (plasmaferesi), piastrine (piastrinoaferesi), plasma e piastrine (plasmapiastrinoaferesi), globuli rossi e piastrine (eritropiastrinoaferesi), globuli rossi e plasma (eritroplasmaferesi).
La procedura avviene mediante l’utilizzo di un’apposita apparecchiatura (separatore cellulare) che consente la separazione del sangue prelevato nelle sue componenti: viene raccolto in un’apposita sacca l’emocomponente selezionato, mentre il sangue residuo viene reinfuso al donatore.
Il tempo di donazione può variare dai 30 ai 60 minuti con variazioni individuali condizionate da alcuni parametri: i più importanti sono rappresentati dai parametri di partenza del donatore (ad esempio il valore dell’ematocrito, delle piastrine) e dall’entità del flusso venoso.
I rischi connessi alle procedure di donazione sono pochi e di piccola entità: i più frequenti sono la comparsa di ecchimosi nel punto di prelievo e la lipotimia (svenimento) legata in genere più all’emotività del soggetto che non al volume di prelievo. Solo molto raramente si verificano effetti collaterali più gravi che richiedono un trattamento terapeutico specifico.